era una cosa  insopportabile per me, mi sentivo addosso gli occhi di tutti; era evidente infatti quanto io fossi un pesce fuor d’acqua, visto che, a differenza delle compagne di corso, io ero completamente inesperta. In particolare durante le pause mi sentivo in totale imbarazzo a stare con le altre a prendere nn caffè o a fumare perché avevo paura di fare la figura della ingenua, visto che quando si parla di ragazzi io mi imbarazzo moltissimo, divento tutta rossa e mi ammutolisco. Invec tutte le compagne erano fidanzate o comunque avevano delle storie recenti da raccontare, mentre io non sono mai stata insieme a nn ragazzo.

In questa breve vignetta si possono ritrovare alcune caratteristiche dell’ansia sociale: il non sentirsi adeguati e “all’altezza” della situazione, il timore di mostrare di essere in imbarazzo, di arrossire e di non parlare, il sentirsi al centro dell’attenzione da parte degli altri, il timore di essere giudicati come una persona incapace e debole.

Caratteristiche dell’ansia sociale

La principale caratteristica dell’ansia sociale o fobia sociale è la paura di essere criticati dagli altri durante l’esecuzione di azioni o compiti di vario genere. Le occasioni possono essere varie: parlare dal vivo o al telefono ad una o più persone sconosciute, fare un discorso in pubblico, mangiare in pubblico, usare i bagni pubblici, essere osservati mentre si esegue un compito.

Alcuni esempi di situazioni temute dall’ansioso sociale

Alla base di questo timore, ci sono 2 aspetti cruciali:

  1. il forte desiderio di dare una buona impressione di sé agli altri (scopo della buona immagine);
  2. contemporaneamente, una forte incertezza rispetto al raggiungimenti di questo scopo.

Il desiderio di dare agli altri una buona immagine di noi stessi è sicuramente un fenomeno umano che ci accomuna e anche adattivo. Diventa però un problema quando i comportamenti della persona sono orientati non tanto allo scopo di fare bella figura, quanto all’evitare a tutti i cost di farne una brutta.

Visto che c’è un iper-investimento dello scopo di NON dare una brutta immagine si sè e, contemporaneamente, non si accetta che tale scopo venga compromesso, si rischia di abbandonare un compito o altri scopi importanti per la persona come il lavoro.

Ma di cosa ha davvero paura chi soffre d’ansia sociale?

La caratteristica principale è la paura di essere criticati, ridicolizzati e di conseguenza esclusi dagli altri a causa delle proprie manifestazioni di disagio e dei sintomi della vergogna.

Tre sono gli aspetti più importanti alla base di questa paura?

  1. il grande investimento di energie nell’evitare di fare brutte figure;
  2. la credenza che se manifesto ansia, imbarazzo o vergogna queste vengano necessariamente giudicate come segnali di debolezza di carattere;
  3. la credenza, quindi, che tali manifestazioni meritano ridicolizzazione e di conseguenza esclusione.

Ma perchè è così importante il giudizio degli altri?

Il giudizio degli altri è un elemento che tutti noi consideriamo importante ma per certe persone è fondamentale. Quindi un giudizio negativo può essere molto problematico, proviamo a scoprire insieme le ragioni, ponendoci queste domande:

  • Quali conseguenze pratiche potrebbe implicare un giudizio negativo?
  • Quanto il giudizio dell’altro viene ritenuto una valida fonte di informazioni su di sè? e questo quanto può minare la propria autostima?
  • Quanto è rilavante il giudizio degli altri per il proprio scopo di fare bella figura (scopo della buona immagina)?

Scopo della “buona immagine” a la vergogna

Tutti noi siamo predisposti a volere che gli altri ci diano una valutazione positiva; quindi tutti, nessuno escluso, ci preoccupiamo dell’immagine che gli altri hanno di noi, hanno cioè lo scopo della buona immagine, cioè più semplicemente di fare bella figura.

Ma la vergogna in tutto ciò cosa centra?

La vergogna è l’emozione che si prova quando lo scopo della buona immagine viene compromesso o minacciato. Quindi proviamo vergogna quando siamo o potremmo essere valutati negativamente dagli altri.

Chi prova vergogna quindi ritiene che la persona di fronte alla quale si vergogna o potrebbe vergognarsi, lo giudichi male.

La manifestazione più evidente della vergogna è il rossore e la percezione di voler “scomparire”. Il rossore ha un valore comunicativo e relazionale importante (“sono in difficoltà“) ma allo stesso tempo, se la vergogna è eccessiva, può mettere la persona nella condizione di sentirsi esposta ad un più pesante giudizio negativo da parte degli altri proprio perché sta provando vergogna. Si parla dunque di metavergogna. Il giudizio negativo temuto è del tipo “se mi vergogno dimostro di essere inferiore e debole“.

Orazi e Mancini, 2011

Questa immagine vuole rappresentare graficamente le conseguenze negative e dannose di questo processo: la valutazione negativa della propria vergogna innesca un circolo vizioso che aumenterà la vergogna stessa e farà sentire la persona sempre più inadeguata.

Cosa mantiene l’ansia sociale?

Come abbiamo già visto e approfondito insieme in altri articoli, anche nell’ansia sociale si possono riscontrare dei comportamenti messi in atto dalla persona che, hanno come scopo quello di ridurre l’ansia e la sofferenze ma, al contrario aggravano la situazione.

Vediamone insieme alcuni:

  • Evitamento: le persone con ansia sociale tendono ad evitare le situazioni temute; l’evitamento, riducendo l’ansia, implica un beneficio a breve termine. Presenta però conseguenze negative: previene l’esperienza potenzialmente correttiva dell’idea di essere socialmente inadeguati e dell’idea che gli altri siano lì a giudicarci e criticarci; l’evitamento inoltre rende più difficile l’acquisizione di competenze sociali; infine implica rinunce costose in termini di isolamento e realizzazione professionale.
  • Comportamenti protettivi: servono a ridurre la minaccia percepita, cioè hanno lo scopo di evitare l’imbarazzo e l’ansia provata nelle situazioni sociali. Mantengono la sofferenza perché restringono il focus attentivo su di sé e aumentano i sintomi temuti (es. sudare e tremare) e possono realmente far apparire la persona goffa e in difficoltà.

Cause dell’ansia sociale

Le cause del Disturbo d’Ansia Sociale dipendono da più fattori: fattori interni e fattori esterni/ambientali

Tra i fattori interni si possono ritrovare i fattori genetici, tra i consanguinei è più probabile ritrovare questo disturbo; fattori cognitivi, la persona attribuisce un gran valore alla brutta figura e si aspetta che gli altri siano molto rigidi; fattori temperamentali, chi ha una forte tendenza a inibire certi comportamenti o è facilmente influenzabile dal giudizio altrui, è anche più vulnerabile all’insorgenza del disturbo.
Tra i fattori esterni abbiamo lo stile genitoriale, che può essere stato caratterizzato da rifiuto, iperprotezione e scarso calore emotivo; eventi di vita negativi, esperienze traumatiche, bullismo e umiliazioni.

Il trattamento del Disturbo d’ansia Sociale

La cura del Disturbo d’Ansia Sociale può essere di tipo farmacologico, psicoterapico o un’integrazione tra i due. La psicoterapia cognitivo-comportamentale è risultata efficace per affrontare adeguatamente il disturbo, con risultati a lungo termine, mentre i farmaci possono essere efficaci per estinguere i sintomi immediati (per esempio, prendendoli prima di fare un discorso in pubblico), ma i loro effetti sono limitati e il disturbo ritorna quando il loro effetto svanisce. I farmaci possono costituire un valido aiuto iniziale per placare sintomi maggiormente attivanti e agevolare l’aderenza al percorso psicoterapico.

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