Metacognizione: conosciamo ciò che pensiamo. Con metacognizione, intendiamo tutte quelle funzioni che ci permettono di comprendere cosa pensiamo e cosa proviamo ma anche cosa pensano e provano gli altri. A partire da tale comprensione ci guidano nella gestione di eventuali difficoltà che si incontrano.

Quando “eseguiamo” attività metacognitiva? Ogni volta che ragioniamo e riflettiamo su ciò che ci passa per la mente e riusciamo a capire come ci sentiamo o cosa ci porta a comportarci in quel modo in quello situazione specifica.

A cosa servono le funzioni metacognitive?

Le funzioni metacognitive ci aiutano a comprendere ciò che pensiamo e ciò che proviamo nelle situazioni che ci accadono. Ci permettono di comprendere ed accettare che le nostre reazioni possono essere diverse nelle stesse circostanze. A volte infatti, possiamo essere più socievoli o più chiusi, ma generalmente abbiamo un’idea complessiva di come stabiliamo le nostre relazioni.

Usiamo le funzioni metecognitive anche quando proviamo a capire come si sentono gli altri e le intenzioni che li spingono ad agire così. Ad esempio possiamo intuire quali emozioni prova l’altro osservando l’espressione facciale, la postura e dal tono di voce che utilizza.

Abilità metacognitive

Sono quindi abilità che ci permettono di identificare a attribuite a sé e agli altri.

La metacognizione quindi racchiude più abilità/funzioni:

  1. Autoriflessività: comprende più abilità che ci permettono di venire a contatto con ciò che pensiamo (identificazione cognitiva,”ho pensato che….”, “credevo che…“), ciò che proviamo (identificazione emotiva,”ho provato…“, “mi sentivo…“) in determinate situazioni, mettendo poi tra loro in collegamento pensieri ed emozioni e quindi ipotizzare come certi pensieri abbiano determinato specifiche emozioni (monitoraggio). L’autoriflessività comprende inoltre la differenziazione, ci permette di prendere una distanza critica dalle proprie convinzioni e per finire l’integrazione, che ci permette di mantenere una rappresentazione stabile e coerente di noi stessi nonostante gli eventi e il tempo che passa .
  2. Comprensione della mente altrui: ci permette di pensare e riflettere su quello che possono provare o pensare gli altri; si attiva all’interno delle relazioni. Si fonda sull’attribuzione di un’intenzionalità all’altro, sulla possibilità di attribuire un significato alla relazione a partire dall’espressione e dal tono di voce dell’altro. Anche la comprensione della mente altrui comprende l’identificazione emotiva (cosa sta provando l’altro), cognitiva (cosa sta pensando l’altro) e il monitoraggio ( legame tra pensieri ed emozioni nell’altra persona). Un’operazione aggiuntiva è il decentramento, cioè la capacità di metterci nei panni dell’altro, di leggere e comprendere la mente dall’altro al netto di quello che pensiamo e proviamo noi.
  3. Mastery: sapere cosa pensiamo e cosa proviamo ci aiuta a fare delle scelte e affrontare i problemi utilizzando delle strategie. Queste strategie possono essere di livelli di complessità differenti e ci permettono di risolvere i problemi o gestire conflitti interpersonali: a partire dal primo livello, strategie più semplici che non richiedono un grande sforzo di riflessione fine ad utilizzare quelle di terzo ed ultimo livello che partono da una conoscenza profonda delle proprie emozioni e pensieri e dal legame tra essi per prendere delle scelte consapevoli.

Metacognizione e apprendimento

La metacognizione è ciò conosciamo di quello che pensiamo ma è anche saper imparare. La metacognizione, dunque, permette di approfondire i nostri pensieri e quindi di essere consapevoli anche dei propri processi di apprendimento, fin da bambini. È un processo di autoriflessione su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare. L’attività metacognitiva ci permette, tra l’altro, di controllare i nostri pensieri, e quindi anche di conoscere e dirigere i nostri processi di apprendimento.

La metacognizione diventa così un ottimo strumento di apprendimento mediante il quale i bambini e i ragazzi iniziano ad essere consapevoli del modo in cui affrontano i compiti, delle difficoltà che si possono presentare e di quali strategie e risorse possono essere impiegate.

Come stimolare la metacognizione nei bambini e nei ragazzi?

In pratica bisogna stimolare i ragazzi a controllare come lavora la mente. “Perché pensi che il compito sia difficile?”, “Perché hai rinunciato a farlo?”, “Perché hai fatto proprio così?”. Queste sono quesiti che se posti e approfonditi insieme ai nostri ragazzi possono aiutarli a mettere in gioco delle strategie e delle risorse funzionali all’apprendimento. Grazie a questo “controllo” che hanno sulle loro difficoltà di apprendimento (e non solo) possono comprende meglio cosa non capiscono e perché non capiscono. Di conseguenza imparando quali sono gli ostacoli, possono trovare delle strategie per superarli.

La conoscenza metacognitiva in ambito scolastico trova la sua applicazione soprattutto in relazione all’opportunità di insegnare a bambini e ragazzi ad essere metacognitivi, insegnare in modo esplicito modalità e strategie utili a controllare i propri processi cognitivi.
Nell’insegnamento metacognitivo si rafforza lo sviluppo della flessibilità del proprio pensiero, dell’adattabilità, del sapersi orientare e riorientare attraverso un continuo automonitoraggio e controllo dell’esito delle proprie azioni rispetto agli obiettivi inizialmente definiti.

Aspetti fondamentali per la metacognizione nell’apprendimento sono quindi:

  1. Monitoraggio: monitorare significa controllare costantemente il processo di studio e di apprendimento, valutare come stanno funzionando le varie strategie applicate e verificare di seguire la pianificazione; questo monitoraggio permette di capire se ci sono aggiustamenti e modifiche da attuare;
  2. Personalizzazione: prima di personalizzare bisogna innanzitutto conoscere il proprio processo di apprendimento e avere un’idea chiara di che cosa funziona e cosa no, e perché. Dopo aver compreso tutto ciò, si possono costruire degli strumenti personalizzati per apprendere in modo efficace e funzionale;
  3. Autovalutazione: è uno strumento essenziale per attribuire valore alla progressiva costruzione di conoscenze realizzata dai ragazzi e potenziare la motivazione al continuo miglioramento.

Uno studente che applica la metacognizione è studente attivo, consapevole che mette in atto strategie definite sulle quali ha totale padronanza. Sarà dunque uno studente portato a :

  • Ottimizzare le risorse quando si studia;
  • Sentirsi coinvolto e motivato durante le lezioni;
  • Riconoscere e correggere autonomamente i propri errori;
  • Comprendere ciò che è necessario fare per raggiungere obiettivi prefissati;
  • Sviluppare abilità di autovalutazione.
Condividi questo articolo