In questi anni di lavoro a stretto contatto con i nostri bambini e ragazzi, la matematica è la materia più nominata tra quelle meno amate. Quando un bambino ci dice che è la sua materia preferita facciamo sempre gran festa, ci sembra incredibile, visto l’andamento degli ultimi anni.

Che mondo sarebbe senza matematica?

A volte non ce ne rendiamo conto, eppure le abilità matematiche sono fondamentali nelle nostre attività di vita quotidiana: a fare la spesa, per pagare le bollette, nel leggere l’orologio, nel controllare gli orari del treno, e potremmo andare avanti a nominare tantissimi altri usi.

Capita sempre più di frequente che la matematica risulti una materia ostica, difficile da digerire e far propria. I bambini e ragazzi iniziano, così, a trovarsi in difficoltà durante le lezioni a scuola, le verifiche e anche al pomeriggio, quando si ritrovano a dover fare i compiti assegnati.

Talvolta questa difficoltà diventa sempre più evidente. Si iniziano ad osservare comportamenti di evitamento dei compiti, eccessiva preoccupazione, impulsività nel finire i compiti, esclamazioni frequenti quali: “Non sono capace, non sono portato, non la capirò mai”.

Che cos’è l’ansia da matematica?

“La sensazione di tensione che interferisce con la manipolazione dei numeri e la risoluzione di problemi aritmetici… sia nella vita quotidiana sia in ambito accademico” (Richardson e Suinn).

Quando si parla di ansia le manifestazioni tipiche sono quelle già viste nell’articolo dedicato “Che ansia!”, sono ovviamente circoscritte alla matematica. Questo rende questo tipo d’ansia, specifica. Significa che in matematica il bambino e/o il ragazzo presenterà tutta una serie di manifestazioni (esempio sudorazione, nausea, tachicardia, strategie di evitamento, etc) ma nelle altre materie questo non si verifica.

Vi ricordo che in uno degli ultimi articoli di Eleonora, ha mostrato e spiegato molto bene la curva dell’ansia, importante per comprendere come l’emozione si comporta e come crediamo funzioni l’emozione.

Il circolo vizioso

A questo punto è importante sottolineare come possa instaurarsi un circolo vizioso che si autoalimenta, così come potete vedere nell’immagine qui sotto.

La tensione tipica di chi prova ansia, genera pensieri, tentativi di evitamento e costanti dubbi sulle proprie capacità. Tutto ciò porta a minor interesse e scarsa motivazione all’esercizio. La minor pratica, a sua volta, comporta una minor competenza (data dall’esercitarsi) e confidenza con la materia. Quindi, avremo un incremento di tutte quelle sensazioni ansiogene durante lo svolgimento di una prova.

Ansia da matematica non è sinonimo di disturbo

Avere ansia per la matematica non significa essere automaticamente discalculici. Per approfondire l’argomento dei DSA, vi rimando all’articolo in cui ne abbiamo parlato.

Sicuramente una problematica di natura emotiva di questo tipo potrebbe comportare difficoltà matematiche, proprio come spiegato nel circolo vizioso.

E’ sempre consigliato e raccomandato approfondire che cosa sta succedendo e comprendere come supportare il bambino e ragazzo.

Quali sono le conseguenze più frequenti?

Tra le conseguenze più evidenti troviamo che le performance potrebbero essere al di sotto delle reali competenze del bambino o ragazzo:

  • la memoria di lavoro non è messa nella condizione di poter lavorare appieno a causa delle molte risorse impegnate dall’ansia provata;
  • il pensiero si blocca;
  • sono presenti scarsa lucidità e concentrazione;
  • notiamo delle “dimenticanze” di aspetti che in realtà sono consolidati.

Piccole strategie per affrontarla

  • Dare uno sguardo d’insieme agli esercizi da fare e comprendere quale argomento verrà affrontato;
  • Dedicare una prima parte dei compiti al ripasso della teoria;
  • Segnarsi le regole più importanti su un post-it e tenerselo a portata di mano;
  • Ricercare, costruirsi e stampare dei formulari (soprattutto per geometria);
  • Fare una simulazione sugli argomenti trattati, senza l’uso di formulari o post-it, per controllare quali argomenti sono più chiari e quali hanno bisogno di un ulteriore ripasso.

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