Fin da piccoli, la maggior parte di noi, impara che per ottenere l’approvazione degli altri, è necessario soddisfare certi standard di comportamento. Oltre a tali pressioni esterne, molte persone percepiscono anche un forte impulso interiore a raggiungere o mantenere determinati livelli di rendimento. Attenzione però: il desiderio di migliorarsi, o di mantenere standard di rendimento elevati, non è necessariamente sintomo di perfezionismo. Al contrario, spesso, la volontà di raggiungere certi obiettivi ci permetti di agire più efficacemente. Ma … non temere: nessuno è perfetto!

Che cos’è il perfezionismo e in che cosa si differenzia da un sano desiderio di migliorarsi?

La definizione che più si trova più spesso è la “tendenza a considerare inaccettabile qualsiasi imperfezione”. Dal punto di vista psicologico, lo psichiatra David Burns definisce perfezionisti “coloro i cui standard di comportamento risultano irragionevoli e ben al di sopra delle loro possibilità” e “che si affannano incessantemente e in modo ossessivo per conseguire degli obiettivi impossibili; individui portati a misurare i propri meriti e il proprio valore esclusivamente in termini di produttività e di risultati raggiunti“.

ll termine perfezionismo quindi definisce l’abitudine di esigere da sé stessi o dagli altri troppo rispetto alla situazione. Questo porta il soggetto a ipercriticare il proprio comportamento (Frost  R. O. e al., 1990 Bastiani A.et al., 1994) e a vivere in un costante stato di ansia causato dal bisogno di fare sempre meglio (Hamacheck 1978).

Le varie definizioni di perfezionismo però hanno delle caratteristiche in comune:

  • un perfezionista tende ad avere standard di comportamento e aspettative che sono molto difficili, quasi impossibili da raggiungere e soddisfare;
  • il perfezionismo patologico implica delle aspettative irragionevoli che compromettono il rendimento della persona;
  • il perfezionismo è spesso associato ad ansia e depressione.

Tre tipologie di perfezionismo

  1. Perfezionismo autodiretto: la tendenza ad avere standard personali irragionevolmente elevati e quindi impossibili da realizzare. Questi standard nascono da rigide regole autoimposte che si associano ad un’eccessiva severità verso se stessi e non accettazione dei proprio errori.
  2. Perfezionismo eterodiretto: la tendenza a pretendere che gli altri siano perfettamente allineati e conformi ai nostri standard di comportamento. Spesso questo tipo di perfezionismo si può ritrovare in coloro che sono incapaci di delegare compiti ad altre persone per paura che non vengano soddisfatte le proprie aspettative.
  3. Perfezionismo socialmente imposto: la persona che presenta questo tipo di perfezionismo crede che gli altri abbiano nei suoi confronti aspettative esageratamente elevate e che debbano necessariamente soddisfarle per la loro approvazione. In questo casa, a differenza del perfezionismo autodiretto, gli standard sono imposti dall’esterno.

Standard elevati appropriati o convinzioni perfezionistiche?

Alcuni standard di comportamento possono essere utili mentre altri possono rivelarsi dannosi. Partiamo da un esempio: una persona che deve sostenere un esame potrebbe pensare: “è importante superarlo”; si tratta di perfezionismo o di una convinzione adeguata in grado di migliorare la mia performance?.

Si fa fatica a valutare con obiettività l’adeguatezza o meno di una personale convinzione, è necessario tenere in considerazione alcuni fattori:

  • “è realmente possibile per me raggiungere l’obiettivo che mi sono posto?”
  • la valutazione dei pro e dei contro: “quanto mi è utile avere questa convinzione?”
  • l’elasticità mentale: “è una convinzione flessibile e modificabile se necessaria?”

Ricordiamoci, quanto più rigide sono le nostre convinzioni, maggiore è la probabilità che ci possano causare problemi e che diventino dannose per noi stessi.

Ma dove si manifestano più frequentemente atteggiamenti perfezionistici?

Di seguito alcuni ambiti della nostra quotidianità in cui si può manifestare un atteggiamento perfezionistico:

  • Lavoro/Scuola: quando si tende a diventare estremamente esigenti verso se stessi e gli standard che vengono prefissati sono troppo rigidi per sè e per gli altri;
  • Pulizia e gusti personali: un’eccessiva preoccupazione per la pulizia per cui la persona investe la maggior parte del suo tempo a pulire; allo stesso modo anche in fatto di gusti personali, le persone possono avere convinzioni così poco flessibili da tollerare molto difficilmente le opinioni che si discostano dalla propria;
  • Ordine e organizzazione: il bisogno che ogni cosa sia in ordine e organizzata è un atteggiamento tipico perfezionistico;
  • Aspetto fisico: questo tipo di perfezionismo può manifestarsi con la presenza di rigide regole e standard in fatto di peso corporeo e aspetto esteriore.

Come influenza le nostre vite il perfezionismo?

Il perfezionismo diventa un problema quando interferisce con la nostra vita, con tutte le nostre attività quotidiane perché ci rallenta e limita.

Standard di comportamento perfezionistici eccessivamente elevati e rigidi possono compromettere la salute, il modo di mangiare, le reazioni e gli interessi personali.

Nell’ambito del lavoro ad esempio vi capita di essere così preoccupati di riuscire perfettamente bene in ciò che fate da compromettere il vostro rendimento effettivo? questa preoccupazione vi impedisce di apprezzare realmente quello che state facendo?

Nell’ambito delle relazioni vi capita di ricevere delle lamentale da parenti e amici per il fatto che volete fare sempre e tutto alla perfezione? vi capita di arrivare in ritardo ad un appuntamento perchè troppo occupati a scegliere l’abito perfetto?

Per quanto riguardo i vostri interessi, vi succede che a causa del vostro perfezionismo non riuscite ad apprezzare il tempo libero? trovate molto difficile prendervi una pausa dal lavoro? quando fate attività sportiva o praticare un hobby vi sembra quasi di “lavorare”?

Al perfezionismo inoltre si associano vari disturbi psicologici: ansia generalizzata, ansia sociale; disturbi ossessivi compulsivi, attacchi di rabbia, disturbi legati all’alimentazione e alla forma del corpo.

Perfezionismo e comportamento: il paradosso del perfezionismo

Chi presenta il paradosso del perfezionismo crede che, per avere il controllo della propria esistenza, sia necessario dimostrarsi sempre molto esigenti. È possibile suddividere i comportamenti perfezionistici in due tipologie:

  1. Comportamenti messi in atto per soddisfare standard troppo elevati: la necessità di controllare ripetutamente se quello che facciamo o fanno gli altri è corretto, la continua ricerca di rassicurazioni, impiegare molto tempo per prendere una decisioni per timore di prendere quella sbagliata;
  2. Comportamenti messi in atto per evitare tutte le situazioni che possono attivare certi standard elevati: la tendenza a rimandare impegni perché il desiderio di farli perfettamente fa sembrare tale impegno troppo complesso o spiacevole, la tendenza ad abbandonare un obiettivo troppo precocemente perché non ci si aspetta da se stessi di poterlo raggiungere.

Ma dove sta il paradosso allora? … vediamolo insieme!

Se messi in atto con sistematicità e frequenza questi due tipi di comportamento, possono portare ad effetti opposti a quelli desiderati. Proviamo ad imaginare: dobbiamo consegnare un lavoro importante al nostro capo ma, siamo talmente preoccupati di sbagliare e di non fare la cosa perfettamente bene che ricontrolliamo talmente tante volte (perché estremamente insicuri) da tardare la consegna; secondo voi saremmo soddisfatti del nostro lavoro ? avremmo rispettato i nostri standard? avremmo raggiunto i nostri obiettivi?

Concludiamo per ora questa prima di approfondimento sul perfezionismo e prossimamente vedremo insieme se ci sono delle strategie per poter sfidare questa tendenza che sembrerebbe controproducente per ognuno di noi!

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