“Essere assertivi vuol dire, semplicemente ma a gran voce, io sono”

Monica Morganti

Quante volte un rapporto può rompersi a causa di incomprensioni comunicative?, quante volte ci siamo sentiti costretti a dire di no per timore di ferire l’altro?, quante volte diciamo sì a qualcuno senza assicurarci che non sia un no a noi stessi?

Questi e molti altri esempi ci fanno comprendere come, saper comunicare in modo efficace, sia fondamentale per il proprio benessere, per poter avere relazioni appaganti, per sentirsi a proprio agio in famiglia, nell’ambiente lavorativo e in qualsiasi contesto in cui ci troviamo ad operare.

Che cos’è l’assertività?

La parola “assertività” deriva dal latino ad serere, e significa «asserire» o anche affermare se stessi. L’ assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti, le proprie opinioni e i propri desideri nel pieno rispetto di sé e dell’altro, senza prevaricare né essere prevaricati.

La persona che riconosce i diritti propri e quelli altrui è pronta ad ascoltare il punto di vista espresso dal suo interlocutore e ad esprimere il proprio eventuale disaccordo, mantenendo il totale rispetto nei suoi confronti. Ciò la porta ad accettare la negoziazione come strumento principale per affrontare e risolvere i conflitti interpersonali nei quali si potrà trovare.

Assertività e comportamento assertivo

Il comportamento assertivo si esprime attraverso la capacità di utilizzare lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al contesto e all’obiettivo per cui ci si sta relazionando. Pertanto, non esiste una risposta assertiva assoluta: deve essere valutata all’interno della situazione sociale e dello scopo dei soggetti ed è un processo continuo di aggiustamento della propria performance comunicativa.

Il comportamento assertivo non è intermedio tra il comportamento aggressivo e quello passivo: obiettivo di una comunicazione assertiva è la capacità di ridurre le proprie componenti aggressive e passive, coltivando una relazione equa e rispettosa di sé e dell’altro. L’assertività si esprime anche attraverso la comunicazione non verbale: ascoltando in modo autentico e interessato, accompagnando ciò che dicono con l’espressione del viso, assumendo una postura di apertura verso l’altro ed avendo un tono di voce chiaro e congruente al messaggio. La coerenza e congruenza tra quanto si dice e come lo si dice aumentano la chiarezza e la forza del messaggio.

L’obiettivo generale è quello di migliorare le relazioni sociali, soprattutto in quei contesti in cui è frequente che ci siano conflitti. Di conseguenza, il comportamento assertivo è da intendersi come una scelta consapevole.

Stili comunicativi

Il comportamento passivo è tipico di quando si è incapaci di esprimere le proprie opinioni e sentimenti, si fa fatica a rifiutare le richieste, si tende a sottomettersi al volere altrui per timore del giudizio, non si riescono a prendere decisioni e quindi difficilmente si riesce a soddisfare i propri bisogni. L’obiettivo generale è evitare i conflitti, ridurre l’ansia di prendere delle decisioni e ottenere il consenso degli altri.

Il comportamento aggressivo è invece tipico di quando si tenta di soddisfare i propri bisogni prevaricando gli altri, si attribuisce agli altri la responsabilità dei propri errori, si è irremovibili rispetto alle proprie posizioni. L’obiettivo generale è quello di aver sempre ragione.

Il comportamento anassertivo costituisce una sorta di circolo vizioso che tende a ripetersi. La scarsa assertività, infatti, produce effetti collaterali negativi: la scarsa stima di sé e la scarsa considerazione da parte degli altri, che rendono più difficile il cambiamento. La persona passiva è così portata a credere di non valere e questa credenza ostacola il cambiamento, alimentando il circolo vizioso: comportamento inadeguato – reazioni negative da parte degli altri – atteggiamenti autosvalutanti – comportamento inadeguato. Anche quando una persona ha un’idea elevata di sé ed un comportamento aggressivo, può essere vittima del medesimo circolo vizioso.

Cambiando il comportamento, invece, si può trasformare il ciclo “vizioso” in un circolo “virtuoso”: un comportamento adeguatamente assertivo ottiene più risposte positive da parte degli altri e porta ad un’accresciuta stima di sé, che sfocia in un’ulteriore capacità assertiva. Questo accade perché gli altri iniziano a trattarci con maggiore attenzione e noi raggiungiamo più facilmente i nostri obiettivi.

Diritti assertivi: i “comandamenti” dell’assertività

Il presupposto di una condotta assertiva è il riconoscimento dei diritti propri e di quelli del proprio interlocutore nell’ambito di un’interazione personale. Sono diritti che ognuno di noi dovrebbe riconoscere a se stesso e difendere con convinzione e che dovrebbe riconoscere agli altri.

I 10 diritti assertivi:

  1. Hai il diritto di essere l’unico giudice di te stesso: tu sei l’unica persona che può giudicare ciò che sei e ciò che fai.
  2. Hai il diritto di non giustificare il tuo comportamento: le persone tendono spesso a giustificare le proprie azioni con scuse o spiegazioni , così che siano gli altri a giudicare se è giusto o è sbagliato. Dietro c’è una credenza irrazionale “devi giustificare le tue azioni con gli altri, perché loro sono responsabili del tuo comportamento“. Queste credenze ci possono rendere facilmente manipolabili.
  3. Hai il diritto di decidere se occuparti dei problemi degli altri: molte persone si prendono la responsabilità di risolvere i problemi altrui. In realtà ognuno è responsabile solo del proprio benessere e della propria condizione.
  4. Hai il diritto di cambiare idea: ognuno di noi ha il diritto di cambiare il proprio modo di pensare o le proprie scelte. Accettiamo l’idea che le persone cambiano idea e che la scelta migliore in una situazione può non esserlo in un’altra.
  5. Hai il diritto di sbagliare assumendoti le responsabilità delle conseguenze: commettere degli errori è umano. Molte persone invece sono convinte che gli errori siano un comportamento sbagliato e, come tale, abbiano bisogno di essere espiati tramite il comportamento giusto.
  6. Hai il diritto di dire “non lo so”: non siamo tenuti ad avere la risposta pronta su tutto compreso le conseguenze delle proprie azioni.
  7. Hai diritto di essere indipendente dalla benevolenza degli altri: non è possibile piacere a tutti. Il tuo comportamento non deve piacere agli altri ma a te. 
  8. Hai il diritto di prendere decisioni illogiche: la logica può essere d’aiuto in diversi campi, ma non è la sempre la soluzione adatta. La logica non ci porta a prendere decisioni per forza giuste per noi stessi o a fare previsioni accurate del futuro.
  9. Hai il diritto di dire “non capisco”: abbiamo il diritto di dire che non stiamo capendo a chi non dice chiaramente che cosa si aspetta da noi. 
  10. Hai il diritto di dire “non mi interessa”: abbiamo il diritto di dire che non siamo interessati a quello che ci dicono gli altri.

Come allenare l’assertività?

L’assertività è un’abilità che si può allenare e coltivare. Molte difficoltà interpersonali vengono spesso attribuite più a fattori interni di tratto (“sono timido”, “sono ansioso”, “sono fatto così“), che ad elementi di apprendimento e di interazione con l’ambiente. Chi ha questo tipo di difficoltà non ha sviluppato un bagaglio di esperienze sociali adattive, ma ha imparato piuttosto ad evitare le situazioni temute.

Vogliamo dare la possibilità alle persone di mettersi in gioco e apprendere nuove modalità di stare in relazione con l’altro. Modalità che siano più funzionali e, allo stesso tempo, aumentino il proprio senso di autoefficacia.

Sabato 22 ottobre 2022 in occasione della Giornata del Benessere, affronteremo il tema dell’assertività e della comunicazione efficace. In quello spazio e tempo daremo alcune informazioni generali e inizieremo ad introdurre i concetti chiave dell’assertività. Ci sarà inoltre la presentazione degli incontri di gruppo, che inizieranno l’8 novembre e termineranno il 6 dicembre 2022. Questi incontri hanno come obiettivo quello di apprendere strategie assertive e potenziarle e ridurre i comportamenti aggressivi e passivi del singolo. Il lavoro in gruppo inoltre permetterà alle persone di poter condividere le proprie esperienze e difficoltà in un contesto protetto e non giudicante.

Lavorare sull’assertività non appartiene ad un percorso meramente psicologico in risposta a patologie e problemi, ma, riguarda prima di tutto sé e le relazioni in generale.

Volantino del percorso di gruppo in partenza l’8 novembre 2022
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